Wednesday, October 19, 2005

Time Inc.

TIME, SONO TEMPI DURI PER I TROPPO BUONI

E' in crisi di vendite il glorioso settimanale, la maggior parte dei profitti vengono dal rotocalco di pettegolezzi 'People'

PuntoCom, 19 ottobre 2005 pag.4

John Huey, scorbutico 57enne di Atlanta, sarà dal primo gennaio il nuovo editor in chief di Time Inc., il più grande gruppo mondiale di periodici (edita 155 riviste). E' la sesta persona a ricoprire la carica dal 1923, anno di nascita del settimanale Time. E anche questa volta la successione arriva senza traumi e sorprese: l'ha accuratamente preparata il predecessore di Huey, il 63enne Norman Pearlstine (che in undici anni ha aumentato il fatturato del 76%, fino ai sei miliardi di dollari del 2005), scegliendo Huey come proprio vice nel 2001. In precedenza i due erano assieme al Wall Street Journal, poi Huey è stato nominato da Pearlstine alla guida del quindicinale Fortune, dov'è rimasto sei anni.

Il nuovo capo di Time Inc. dovrà affrontare il problema del glorioso newsmagazine omonimo, che pur rimanendo il primo settimanale degli Stati Uniti (e nel mondo, con le sue quattro edizioni internazionali: Europa, Asia, Canada e Australia) soffre per l'invecchiamento dei suoi lettori e il declino degli introiti pubblicitari. Solo 160 mila copie di Time vengono vendute in edicola: gli altri quattro milioni sono in abbonamento (negli Usa le poste funzionano), a tariffe promozionali stracciate. Cosicchè, quando il mercato pubblicitario declina - come negli ultimi mesi - il contraccolpo è immediato, non attutito dagli introiti dell'edicola.

Anche il concorrente Newsweek (tre milioni di copie) sta passando mesi non brilanti, senza riuscire ad approfittare dello sbandamento di Time. Il problema non è di linea politica; entrambi i settimanali sono di sinistra moderata. Sono le scelte editoriali a testimoniare la ricerca da parte dei newsmagazines di nuovi lettori, soprattutto nella fascia dei ventenni che snobbano la carta stampata per il web. Bizzarra, ad esempio, una delle ultime copertine di Time, dedicata ai "teenager gay". Pearlstine è stato criticato anche per la scelta di collaborare con l'inchiesta federale sulla soffiata del nome di un'agente Cia: contrariamente alla giornalista del New York Times Judith Miller che ha preferito affrontare la prigione con l'appoggio della propria testata, il reporter di Time Matthew Cooper è stato costretto a consegnare i propri documenti.

Soltanto pochi isolati separano a Manhattan il grattacielo Time al Rockefeller Center, sulla Sesta Avenue, dalle due nuove Torri gemelle di Columbus Circle che ospitano dall'anno scorso i nuovi uffici della capogruppo Time Warner. Time Inc. è la più piccola delle cinque divisioni del gigante da 42 miliardi di dollari guidato da Richard Parsons, il nero più potente d'America: le altre sono Aol (internet), Cnn (tv), Warner (cinema) e Warner Cable (tv via cavo). Ma la divisione stampa contribuisce comunque per il dieci per cento ai profitti di gruppo.

Time Inc. stampa anche libri, e con successo: nel 2004 ne ha piazzati ben 58 in classifica, di cui sedici al primo posto. Il bestseller è stato "America", del comico Jon Stewart. La perla fra le riviste è invece il settimanale di pettegolezzi People, che fattura 400 milioni di dollari annui vendendo tre milioni e mezzo di copie: 1,5 milioni in edicola e due in abbonamento. Le sue entrate pubblicitarie sono fantastiche, maggiori di Time, e rappresentano da sole il 15% dei profitti. People è da ben 14 anni in testa alla classifica della pubblicità negli Usa (al secondo posto c'è Sports Illustrated, sempre di Time Inc.), ma la qualità non ne soffre: tre giorni fa ha vinto il titolo annuale di migliore rivista Usa, "anticipando e ora guidando il boom del celebrity journalism, che sta assumendo contorni di espansione quasi imperiale", come recita la motivazione del premio. La direttrice di People Martha Nelson, 53 anni, ha rintuzzato la concorrenza del settimanale Us Weekly (di Jann Wenner, gruppo Rolling Stone), nato tre anni fa e arrivato a quasi due milioni di copie, ma senza sottrarne una a People. A questo punto, con gran scorno dei più sofisticati giornalisti di Time, sarà proprio la Nelson a diventare la vice di Huey.

Barbara Ragazzon

0 Comments:

Post a Comment

<< Home