Nuovo capo alle news Cbs
Tg Usa: spettatori over sessanta, e pure in fuga
Dopo Dan Rather, liquidato anche Andrew Heyward, 55 anni, da nove direttore di tutte le news Cbs
quotidiano PuntoCom, mercoledi 2 novembre 2005
Alla fine ha dovuto andarsene pure lui. Era uno dei cinque uomini più potenti nel mondo dei media Usa: Andrew Heyward, 55 anni, da nove direttore di tutte le news della catena tv Cbs. Non è stato un licenziamento, ma quasi: «Il suo contratto scadeva a fine anno», ha precisato sornione Les Moonves, il presidente Cbs che l'ha cacciato, «e lui ha voluto anticipare un po' i tempi». Ma il suo destino era già segnato dall'anno scorso. Da quando, nel settembre 2004, il programma "60 Minutes" condotto da Dan Rather era incappato nell'incidente del documento falso sulla naia di George Bush junior.
Attenzione: non l'edizione domenicale di "60 Minutes", che da quarant'anni è il programma giornalistico più visto d'America. No, questa era la sorella minore del mercoledì sera, affidata al gran sacerdote del giornalismo americano, Rather, da un quarto di secolo conduttore unico del tg serale Cbs. Una figuraccia, anche perchè Rather all'inizio aveva giurato sulla veridicità della lettera che provava l'imboscamento del giovane raccomandato Bush. Il quale, come si sa, riuscì a evitare il Vietnam per un comodo servizio militare vicino a casa.
Insomma, se non vero quel documento era veridico, plausibile, provava definitivamente una verità difficilmente contestabile. Peccato che sia stato confezionato apposta per fungere da polpetta avvelenata, e servito da qualche abile falsario della destra bushiana all'odiato liberal Rather. Il quale, dopo aver resistito per qualche mese, ha dovuto dimettersi nel marzo scorso. Non era bastato il licenziamento della diretta responsabile dell'errore, la regista del programma Mary Mapes. Per acquietare lo scandalo il presidente Moonves aveva preteso anche le dimissioni di altri tre importanti giornalisti, fra cui Betsy West, vice di Heyward. E alla fine lo stesso Heyward ha gettato la spugna. Anche perchè fra una settimana arriva in libreria il volume-vendettta della Mapes, capro espiatorio riluttante, e saranno altri dolori per i pezzi grossi Cbs.
Heyward paga la propria incapacità di aver trovato, in questi mesi, un sostituto definitivo per Rather. Al tg delle sei e mezzo di sera, servito mentre l'America è a tavola per cena, è stato messo l'ultrasessantenne Bob Schieffer, conduttore del talk show politico domenicale "Face the Nation". Doveva essere una soluzione transitoria, in attesa di trovare un altro anchorman, oppure due, oppure nessuno. Infatti, Monvees l'ha detto chiaramente, è la formula stessa delle news serali che va ribaltata.
Perchè tanta furia distruttrice? Il motivo è semplice: i tg Usa della sera stanno crollando. E non da oggi. Nel 1970 quelli delle tre catene (Abc, Nbc e Cbs) totalizzavano ben settanta milioni di spettatori. Catturavano l'85 per cento di share, una famiglia statunitense su due era sintonizzata ogni sera su quello che era un vero e proprio «cervello centrale uniformatore», secondo la sprezzante definizione dei radicals di Noam Chomsky. Quei 70 milioni di erano già ridotti a 40 nel 1993, e da allora la discesa è proseguita inesorabile, fino agli attuali 25 milioni (40% di share).
Quello della Cbs, poi, è un disastro nel disastro. Il tg serale fa ormai soltanto sette milioni d'ascolto, contro gli otto della Abc e i dieci di Nbc. Anche nelle news del mattino (presentate da ben quattro anchor fra cui la nuova moglie di Moonves, Julie Chen) Cbs è l'ultima dei tre network, con tre milioni di spettatori medi contro i cinque di Abc e i sei di Nbc. Nè le cose vanno meglio alla domenica mattina, quando il programma politico Cbs riesce a superare solo quello condotto dall'ex portavoce di Bill Clinton, l'affettato George Stephanopoulos, con tre milioni contro 2,7. Batte tutti Tim Russert ("Meet the Press", Nbc): cinque milioni di affezionati spettatori.
A cercare di raddrizzare le sorti delle news Cbs Moonves ha chiamato Sean McManus, 50 anni, capo dello sport (conserverà questa carica). E' stata una soluzione intermedia, rispetto allo schiaffo in faccia alle orgogliose redazioni della 57esima Strada di Manhattan che avrebbe rappresentato la temuta nomina di un esterno, magari proveniente dall'entertainment. Perchè secondo Moonves la battaglia si gioca tutta lì: come rendere le news più piacevoli. «Basta con il presentatore unico di tg che parla come se fosse la voce di Dio», ha dichiarato, «le notizie che trasmettiamo devono toccare sul serio gli interessi della gente». Un esempio pratico: l'altro pomeriggio la scaletta del tg prevedeva al primo posto le nomine alla Corte suprema, al secondo lo scandalo Ciagate, al terzo le conseguenze dell'uragano Wilma e al quarto la finalissima del campionato di baseball. McManus ha subito ribaltato la gerarchia, dando il baseball come prima notizia.
Ma dove sono finiti quei 45 milioni di spettatori (il 60% rispetto al totale di 35 anni fa) persi dai tg dei network? Non ai notiziari non-stop via cavo (Cnn, Fox, Msnbc), che ne hanno raccolti solo tre milioni. Mistero. L'unico dato sicuro (e drammatico), è che l'età media di chi guarda le news serali è oggi di 61 anni.
Barbara Ragazzon
Dopo Dan Rather, liquidato anche Andrew Heyward, 55 anni, da nove direttore di tutte le news Cbs
quotidiano PuntoCom, mercoledi 2 novembre 2005
Alla fine ha dovuto andarsene pure lui. Era uno dei cinque uomini più potenti nel mondo dei media Usa: Andrew Heyward, 55 anni, da nove direttore di tutte le news della catena tv Cbs. Non è stato un licenziamento, ma quasi: «Il suo contratto scadeva a fine anno», ha precisato sornione Les Moonves, il presidente Cbs che l'ha cacciato, «e lui ha voluto anticipare un po' i tempi». Ma il suo destino era già segnato dall'anno scorso. Da quando, nel settembre 2004, il programma "60 Minutes" condotto da Dan Rather era incappato nell'incidente del documento falso sulla naia di George Bush junior.
Attenzione: non l'edizione domenicale di "60 Minutes", che da quarant'anni è il programma giornalistico più visto d'America. No, questa era la sorella minore del mercoledì sera, affidata al gran sacerdote del giornalismo americano, Rather, da un quarto di secolo conduttore unico del tg serale Cbs. Una figuraccia, anche perchè Rather all'inizio aveva giurato sulla veridicità della lettera che provava l'imboscamento del giovane raccomandato Bush. Il quale, come si sa, riuscì a evitare il Vietnam per un comodo servizio militare vicino a casa.
Insomma, se non vero quel documento era veridico, plausibile, provava definitivamente una verità difficilmente contestabile. Peccato che sia stato confezionato apposta per fungere da polpetta avvelenata, e servito da qualche abile falsario della destra bushiana all'odiato liberal Rather. Il quale, dopo aver resistito per qualche mese, ha dovuto dimettersi nel marzo scorso. Non era bastato il licenziamento della diretta responsabile dell'errore, la regista del programma Mary Mapes. Per acquietare lo scandalo il presidente Moonves aveva preteso anche le dimissioni di altri tre importanti giornalisti, fra cui Betsy West, vice di Heyward. E alla fine lo stesso Heyward ha gettato la spugna. Anche perchè fra una settimana arriva in libreria il volume-vendettta della Mapes, capro espiatorio riluttante, e saranno altri dolori per i pezzi grossi Cbs.
Heyward paga la propria incapacità di aver trovato, in questi mesi, un sostituto definitivo per Rather. Al tg delle sei e mezzo di sera, servito mentre l'America è a tavola per cena, è stato messo l'ultrasessantenne Bob Schieffer, conduttore del talk show politico domenicale "Face the Nation". Doveva essere una soluzione transitoria, in attesa di trovare un altro anchorman, oppure due, oppure nessuno. Infatti, Monvees l'ha detto chiaramente, è la formula stessa delle news serali che va ribaltata.
Perchè tanta furia distruttrice? Il motivo è semplice: i tg Usa della sera stanno crollando. E non da oggi. Nel 1970 quelli delle tre catene (Abc, Nbc e Cbs) totalizzavano ben settanta milioni di spettatori. Catturavano l'85 per cento di share, una famiglia statunitense su due era sintonizzata ogni sera su quello che era un vero e proprio «cervello centrale uniformatore», secondo la sprezzante definizione dei radicals di Noam Chomsky. Quei 70 milioni di erano già ridotti a 40 nel 1993, e da allora la discesa è proseguita inesorabile, fino agli attuali 25 milioni (40% di share).
Quello della Cbs, poi, è un disastro nel disastro. Il tg serale fa ormai soltanto sette milioni d'ascolto, contro gli otto della Abc e i dieci di Nbc. Anche nelle news del mattino (presentate da ben quattro anchor fra cui la nuova moglie di Moonves, Julie Chen) Cbs è l'ultima dei tre network, con tre milioni di spettatori medi contro i cinque di Abc e i sei di Nbc. Nè le cose vanno meglio alla domenica mattina, quando il programma politico Cbs riesce a superare solo quello condotto dall'ex portavoce di Bill Clinton, l'affettato George Stephanopoulos, con tre milioni contro 2,7. Batte tutti Tim Russert ("Meet the Press", Nbc): cinque milioni di affezionati spettatori.
A cercare di raddrizzare le sorti delle news Cbs Moonves ha chiamato Sean McManus, 50 anni, capo dello sport (conserverà questa carica). E' stata una soluzione intermedia, rispetto allo schiaffo in faccia alle orgogliose redazioni della 57esima Strada di Manhattan che avrebbe rappresentato la temuta nomina di un esterno, magari proveniente dall'entertainment. Perchè secondo Moonves la battaglia si gioca tutta lì: come rendere le news più piacevoli. «Basta con il presentatore unico di tg che parla come se fosse la voce di Dio», ha dichiarato, «le notizie che trasmettiamo devono toccare sul serio gli interessi della gente». Un esempio pratico: l'altro pomeriggio la scaletta del tg prevedeva al primo posto le nomine alla Corte suprema, al secondo lo scandalo Ciagate, al terzo le conseguenze dell'uragano Wilma e al quarto la finalissima del campionato di baseball. McManus ha subito ribaltato la gerarchia, dando il baseball come prima notizia.
Ma dove sono finiti quei 45 milioni di spettatori (il 60% rispetto al totale di 35 anni fa) persi dai tg dei network? Non ai notiziari non-stop via cavo (Cnn, Fox, Msnbc), che ne hanno raccolti solo tre milioni. Mistero. L'unico dato sicuro (e drammatico), è che l'età media di chi guarda le news serali è oggi di 61 anni.
Barbara Ragazzon
0 Comments:
Post a Comment
<< Home