Monday, September 27, 2004

Dagospia 27/9/2004

Usa e Riusa

Barbara Ragazzon per Dagospia:

POVERA AMERICA: PARIS HILTON ENTRA NELLA CLASSIFICA DEI BESTSELLER
"Confessions of an Heiress", editore Simon & Schuster, 22 dollari, debutta al settimo posto nella classifica del New York Times

DONALD TRUMP SEMPRE PIU' VICINO ALLA BANCAROTTA
Sono fallite le trattative con cui Donald Trump sperava di trovare nuovi finanziamenti per i suoi casino' di Atlantic City sull'orlo della bancarotta. Per ripianare i quasi due miliardi di dollari di debito la banca Credit Suisse First Boston era disposta a tirar fuori 345 milioni, mentre Trump avrebbe dovuto trovarne altri 55. Ma i creditori hanno rifiutato di praticare sconti, cosicche' ora per alleggerire la situazione Trump sara' costretto a vendere il suo gioiello, il Taj Mahal. I casino' di Trump sono in rosso dal '95.

CROLLA LO SCAPOLO, INIZIO DELLA FINE PER I REALITY SHOW?
Giunto al quarto anno, "The Bachelor" ("Lo Scapolo") e' crollato del 50%. Il reality show piu' visto sul network Abc nelle ultime tre stagioni ha totalizzato al suo debutto mercoledi' 22 settembre appena otto milioni di spettatori, contro i dodici dell'anno scorso. Male l'inizio anche per altri reality come "The Benefactor" (Abc), "The next Great Champ" (Fox), "Last Comic Standing" (Nbc) e "America's Top Model" (Upn). E' l'inizio della fine per i reality show?

CODICE DA VINCI: CAUSA PREVENTIVA
Come George Bush il Piccolo con la sua sfortunata teoria della guerra preventiva, ecco ora l'autore del 'Codice Da Vinci' praticare la causa preventiva. Dan Brown, dall'alto dei suoi otto milioni di copie vendute solo negli Usa, delle traduzioni in 28 lingue e dell'imminente film diretto da Ron Howard, ha citato in giudizio lo scrittore Lewis Perdue, autore nel 1983 di 'L'eredita' Da Vinci'.
Da qualche mese Perdue accusava pubblicamente Brown di plagio: stessi studiosi che vengono uccisi, stessi protagonisti che combattono societa' segrete sul destino del cristianesimo, stesse opere di Leonardo citate nei due libri.
Purdue, pero', non e' mai passato dalle parole ai fatti: non ha fatto causa a Brown. E allora, poiche' la migliore difesa e' l'attacco, quest'ultimo e il suo editore Random House lo hanno anticipato con una memoria di 15 pagine depositata in tribunale. In cui Brown giura di non aver mai saputo del libro di Perdue, anche perche' "ando' fuori commercio" assai presto. E chiede al giudice di togliere di mezzo ogni accusa di plagio.

Barbara Ragazzon

Wednesday, September 22, 2004

media Usa

per il quotidiano PUNTO.COM

Media ed elezioni Usa

NEW YORK TIMES. Picchia duro il quotidiano liberal contro Tom DeLay, potente capogruppo repubblicano texano della Camera dei rappresentanti. Tre suoi portaborse sono stati incriminati per aver ricevuto illegalmente finanziamenti da otto societa' prima delle elezioni 2002 in Texas. Potrebbe sembrare una faccenda minore, sia per un sospetto di giustizia a orologeria sia perche' riguarda una cifra di "appena" un milione e mezzo di dollari (noccioline, in confronto alle centinaia di milioni in ballo ora per le presidenziali). E invece fa bene il NY Times a sbattere il tutto in prima pagina: quel voto infatti fu determinante per far conquistare il controllo della Camera statale del Texas ai repubblicani. I quali poi hanno proceduto a cambiare i confini dei collegi elettorali per le elezioni federali in proprio favore, grazie alla famigerata pratica truffaldina del "jerrymandering". Risultato: oggi il Texas, stato tradizionalmente democratico fino al presidente Lyndon Johnson e anche dopo, e' in solide mani repubblicane.

SCHIZOFRENIA. "Sentendo parlare George Bush e John Kerry dell'Iraq negli ultimi due giorni a New York, ad appena due miglia l'uno dall'altro, viene da chiedersi se stiano parlando della stessa guerra, o anche della stessa nazione" (New York Times, prima pagina di mercoledi' 22 settembre).
E' la stessa domanda che si fanno, increduli ogni sera, gli spettatori dei canali all-news Cnn e Fox, schierati su fronti opposti (molto piu' partigiana la Fox, comunque).

DISASTRO DAN RATHER. Continua l'imbarazzo alla Cbs, dopo la bufala del suo Dan Rather sui documenti del'imboscamento del giovane Bush. Rather non da' segni di voler dimettersi, come chiede a gran voce la destra. Eppure, dopo 50 anni di onorata carriera e 23 di conduzione ininterrotta del tg principale, quello delle 18.30 (record battuto solo dal suo predecessore, Walter Cronkite), il 73enne Rather potrebbe tranquillamente pensionarsi. Come sperano in silenzio tanti suoi possibili successori, alla Cbs e fuori. Ma non ora, sull'onda dell'onta, ribattono in Cbs.
Quella di Rather pero' rischia di trasformarsi in un'imbarazzante agonia. Jon Stewart, il comico del canale Comedy Central fresco di premio Emmy (l'Oscar tv) che prende in giro ogni sera alle 23 la prosopopea di certi "monumenti" del giornalismo, martedi' ha scherzato crudelmente sull'attempata star della Cbs. Dialogo con un suo sconclusionato 'esperto': "Dopo il falso di Rather Cronkite si rivolta nella tomba" "Ma Cronkite e' ancora vivo!" "No, e' morto" "E quali sarebbero le sue fonti?" "Ma la Cbs, naturalmente..."
Tempesta anche fra Rather e i suoi vecchi colleghi ultrasettuagenari Morley Safer e Mike Wallace di "60 Minutes", che e' il programma giornalistico tv piu' visto d'America: ogni domenica alle 19 una quindicina di milioni di aficionados incollati al video. "I nostri standard non avrebbero permesso un infortunio del genere", ha commentato acido Safer. La bufala infatti e' andata in onda nel "60 Minutes" del mercoledi', proprieta' privata di Rather.

Tuesday, September 21, 2004

Dagospia 21/9/ 2004

Usa e Riusa

Barbara Ragazzon per Dagospia


UMILIATO IL BIAGI D'AMERICA
Si dimette? Non si dimette? Dan Rather, 73 anni, era considerato il giornalista tv piu' famoso e attendibile d'America. Fino a ieri, quando la Cbs ha ammesso che il suo ultimo scoop era una bufala. Il documento del 1973 contro il giovane Bush imboscato nella Guardia Nazionale in Alabama per sfuggire alla guerra vera in Vietnam e' un falso. Si e' conclusa cosi' una via crucis durata quasi due settimane, da quando l'altrimenti prestigioso programma "60 Minutes" aveva trasmesso il servizio di Rather.
Esce cosi' di scena la colonna del giornalismo Usa degli ultimi quarant'anni: nato in Texas come Bush, giornalista dal 1950, alla Cbs dal '60, Rather subentro' nel 1981 a Walter Cronkite, massimo sacerdote dei Tg serali americani, quelli delle 18.30.
Ma la sua faccia era diventata famosa in tutti gli Usa gia' nel '63, quando copri' la tragedia di Dallas, e
poi come corrispondente da Saigon. Sette libri all'attivo, le uniche due interviste di un giornalista tv americano a Saddam Hussein (una nel '91, l'altra nel 2003 pochi giorni prima della guerra), fra i suoi ultimi scoop c'era stato quello della prigione di Abu Ghraib. La figura di m. di Rather rappresenta la fine della credibilita' per le news serali dei network, un ulteriore regalo al giornalismo partigiano di destra della Fox tv di Murdoch, e un successo per i blog di internet che per primi hanno messo in dubbio la veridicita' del documento "svelato" da Rather .

MAFIOSI D'AMERICA
Le organizzazioni degli italoamericani strillano contro la cittadinanza italiana per Robert De Niro, contro il nuovo cartone animato "Shark Tale" di Steven Spielberg e contro i "Sopranos" (appena pluripremiati agli Emmys), perche' non vogliono essere sempre associati ai mafiosi. Peccato pero' che non sappiano fare pulizia al proprio interno. Si e' scoperto infatti che Perry Criscitelli, presidente del comitato organizzatore della settimana di feste per San Gennaro a Little Italy, in corso a
New York, e' niente di meno che un esponente del clan Bonanno. Dimissioni immediate, minaccia da parte dell'ex sindaco Rudy Giuliani di abolire la festa, e alla fine i poveri italoamericani hanno dovuto inserire nel comitato organizzatore un ex "federal prosecutor" (procuratore della pubblica accusa), Nelson Boxer, che italoamericano non e', ma che dieci anni fa riusci' a ripulire la festa dal controllo da parte dei cumpa' della famiglia Genovese. Che umiliazione.

DENTIFRICIO E DETERSIVO ANTI-GAY
Due potenti gruppi di cristiani conservatori Usa, Focus on the Family e la American Family Association del reverendo Donald Wildmon, accusano la societa' Procter & Gamble di essere favorevole ai matrimoni gay, e per questo invitano i propri aderenti a boicottare i due prodotti piu' diffusi della multinazionale di Cincinnati (Ohio): il dentifricio Crest e il detersivo Tide. Il portavoce Procter & Gamble precisa che la questione riguarda una legge locale di Cincinnati che discrimina gli omosessuali, e che viene in effetti criticata sul sito web della societa'.

GLOBALI EVASIONI
Le multinazionali Usa hanno messo a bilancio la cifra record di 149 miliardi di dollari di profitti per il 2002 in paradisi fiscali come Bermuda, Singapore, Irlanda, Lussemburgo e Cayman. All'Irs (Internal Revenues Sevice), cioe' il ministero delle Finanze statunitense, sono furibondi: ogni loro tentativo di limitare questa colossale elusione fiscale e' stato finora bloccato dalla piu' potente lobby del mondo, quella dei giganti multinazionali, che anche quest'anno finanziano generosamente entrambi i candidati alla presidenza Usa.