Friday, November 18, 2005

Tv pubblica Usa

Pbs, cacciato il presidente repubblicano

quotidiano PuntoCom, venerdi 18 novembre 2005, pag.6

Il presidente dell'unico canale tv pubblico Usa (Pbs, Public Broadcasting Service), il repubblicano Kenneth Tomlinson, è stato cacciato: aveva distratto fondi per controllare l'orientamento politico di alcuni programmi considerati troppo di sinistra. Tomlinson è indagato anche per irregolarità nella gestione delle radio e tv governative Usa che trasmettono all'estero: soprattutto Al Hurra, la fallimentare rete in arabo che avrebbe dovuto far concorrenza ad Al Jazeera.

La Pbs è stata fondata dal presidente democratico Lyndon Johnson nel 1967, dopo che uno studio commissionato dal governo aveva definito "desolata discarica" l'offerta tv Usa. Erano i tempi gloriosi in cui le tre majors (Abc, Cbs ed Nbc) si spartivano cento milioni di telespettatori ogni sera. Quello che Marshall McLuhan definiva "il cervello centrale uniformatore" controllava in maniera ferrea gusti e opinioni dell'americano medio. Per cambiare canale bisognava alzarsi dal divano. E bastava che un nume del giornalismo come Walter Cronkite non credesse più nella guerra del Vietnam per far cadere un presidente (Johnson, nel '68).

Oggi, nell'era della frammentazione con 300 canali, la Pbs ricopre ancora una funzione dignitosa. Vanta il doppio dell'audience della Cnn: sui 3-4 milioni giornalieri, con 82 milioni di contatti settimanali. E' una specie di Rai Educational, parimenti noiosa. Non ha pubblicità. Ogni abitante degli Stati Uniti paga un dollaro all'anno per mantenerla: costa infatti 300 milioni di contributi pubblici. Più qualche decina di milioni di finanziamenti privati esentasse, da parte di fondazioni e singoli filantropi. I programmi più appetiti, come le rievocazioni musicali (Mamas & Papas, Eagles), sono appesantiti da continue richieste di denaro e da vendite di cd e dvd sovrapprezzo che infastidiscono quanto gli spot. Trasmette però uno dei migliori tg serali, quello condotto da Jim Lehrer, e l'eccezionale intervistatore Charlie Rose va in onda per un'ora da New York ogni sera feriale alle 23.

Tomlinson, già direttore del Reader's Digest e messo per due anni da Ronald Reagan alla guida di Voice of America (le radio libere della guerra fredda verso l'Europa dell'Est), era stato installato a capo dell'informazione pubblica Usa (Cpb, Corporation for Public Broadcasting) dal suo amico Karl Rove, il "cervello" di George Bush junior ora inguaiato dal Ciagate. Oltre la Pbs, la Cpb comanda anche la Npr (National Public Radio), che raccoglie ascolti ragguardevoli con un bilancio di altri cento milioni annui. Tomlinson si è messo subito all'opera come commissario politico, e con zelo inaudito nel febbraio 2004 ha affidato segretamente a un consulente esterno il monitoraggio del programma giornalistico della domenica sera, "Now".

Da sempre i conservatori lamentano che la Pbs sia troppo di sinistra, e Tomlinson intendeva provarlo "scientificamente". Peccato che il conduttore di "Now" fosse un anziano e rispettato gentiluomo, Bill Moyers, una specie di pacato Enzo Biagi d'America, con l'unico peccato originale (secondo i repubblicani) di essere stato collaboratore di Johnson quarant'anni fa. Moyers era stato richiamato in servizio dopo l'11 settembre 2001, e "Now" rispetta i canoni del giornalismo d'inchiesta (aggressivo ma corretto) statunitense. Quello ricordato nell'ultimo film di George Clooney ("Good Night and Good Luck"), e oggi praticato con rigore da "60 Minutes" (Cbs) o da Tim Russert (Nbc).

Il consulente-censore, pagato 14 mila dollari, era invece al di sotto di ogni sospetto: Fred Mann, che aveva come quasi uniche credenziali l'aver lavorato per vent'anni nel conservatore National Journalism Center, da cui sono usciti Ann Coulter, scatenata propagandista reazionaria, e il columnist di destra del Wall Street Journal John Fund. Mann ha accusato Moyers di "pregiudizi liberal" etichettando alcuni reportages del suo programma come "anti-Bush", "anti-DeLay" (l'ex capogruppo repubblicano alla Camera, ora incriminato) o "anti-corporation". Perfino il senatore repubblicano Chuck Hagel del Nebraska è stato messo nel conto degli ospiti di sinistra, solo perchè non si era mostrato completamente in sintonia con la Casa Bianca. A nulla è servita la presenza frequente nel programma di Paul Gigot, stimato conservatore capo dei commentatori del Wall Street Journal: le continue intimidazioni della destra hanno spinto un anno fa il vecchio Moyers a ritirarsi, per godersi una tranquilla pensione.

Oggi però è Tomlinson a dovere andarsene, dopo che un'ispezione interna ha raccolto particolari imbarazzanti sul suo operato, con assunzioni-fantasma e clientelismi vari. Viene accusato di aver stanziato quattro milioni di dollari per un programma settimanale condotto da editorialisti del Wall Street Journal (bastione della destra), violando cosi' la legge federale che vieta intromissioni del presidente (di nomina politica) nelle decisioni editoriali.

Tomlinson rimane per ora nel Bbg (Broadcasting Board of Governors), altro potente organismo nel sottobosco parastatale di Washington che coordina tutte le trasmissioni radio e tv governative Usa verso l'estero: Voice of America e Radio Free Europe, sopravvissute alla guerra fredda, e le nuove radio Sawa con la tv Al Hurra ("Libera"), destinate al mondo arabo. Le cifre ufficiali parlano di programmi in 61 lingue che avrebbero un centinaio di ascoltatori alla settimana (21 nei Paesi arabi). Statistiche non verificabili: secondo un recente sondaggio, per esempio, Al Hurra (che, nata nel febbraio 2004, costa 50 milioni di dollari annui al contribuente statunitense) sarebbe soltanto al settimo posto fra le tv più viste in Iraq.

"Trasmettono solo propaganda ufficiale, sono controproducenti", accusano i critici di queste emittenti pubbliche Usa per l'estero. Per la verità il direttore della radio che copre l'Iraq, David Jackson (ex dirigente del Pentagono), più che fare propaganda agli Stati Uniti sembra attento a fare propaganda ai repubblicani, minimizzando le critiche a Bush ed enfatizzando le "buone cose" compiute dopo la guerra in Iraq. Ma giovedi 10 novembre, quando Tomlinson e' stato interrogato dagli ispettori interni nominati dalla presidente del Bbg, la segretaria di stato Condoleezza Rice, sul tappeto c'erano questioni più prosaiche: irregolarità nei contratti e negli acquisti, discriminazioni in favore dei giornalisti libanesi.
Quanto al "ristabilimento dell'immagine degli Usa" in Medio Oriente, la nuova sottosegretaria di stato per la "diplomazia pubblica" Karen Hughes si trova di fronte un compito immane: i livelli di simpatia verso l'America hanno raggiunto livelli talmente bassi, che non potranno che migliorare.

Barbara Ragazzon

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